Oggi l’agenzia di “sicurezza cibernetica” (?!) dell’EU, cioè l’ ENISA (European Network and Information Security Agency) ha presentato un nuovo report sull’accesso ai Social Networks tramite telefono cellulare dal titolo “Online as soon as it happens“.
La cosa è stata ripresa dalle agenzie stampa che hanno evidenziato in particolar modo il capitolo in cui vengono elencate le 17 regole d’oro su come contrastare i rischi da “digital footprint”. A me le 17 regole d’oro non hanno colpito affatto. Mi ha, però, incuriosito vedere citata l’Italia come esempio negativo per quanto riguarda i comportamenti online tenuti dai medici (cfr. pag. 27).
Visto il post di questa mattina: un’incredibile coincidenza!
Usando Google ho così potuto costruirmi una nutrita bibliografia sull’argomento.
Vi segnalo gli articoli che non potete permettervi di trascurare:
- I pazienti intubati finiscono su Facebook – (Corriere della Sera 14/05/2009)
- Sotto inchiesta i medici di Facebook – Pazienti messi alla berlina su Internet (La Stampa 07/01/2009
- I medici pazzi di Facebook (Fotogallery completa e per fortuna censurata – La Stampa)
- Distrae i medici, Facebook vietato – Medici e infermieri passano troppo tempo su Facebook (la Repubblica 30/11/2009)
È pur vero che, se in Italia vi sono esempi negativi, capita altrettanto nelle altre Nazioni. Ad Haiti, ad esempio, non ci si è fermati nemmeno davanti all’immane tragedia del terremoto:
- Haiti: su Facebook foto scandalo – Medici portoricani operano e bevono (il Tempo 30/01/2010)
Giorgio Minguzzi
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